Uno dei primi dubbi che si presentano quando ci si rivolge ad un traduttore tecnico, è quello della lingua di riferimento in cui il manuale tecnico deve essere scritto. La risposta più ovvia sarebbe “nella lingua del paese di origine del prodotto”, così che, se un macchinario viene prodotto in Francia, il manuale d’uso dovrebbe di conseguenza essere scritto in francese.
Ma è davvero così? A dare risposta a questo quesito è la Direttiva Macchine 2006/42/CE, che al suo interno dedica un paragrafo specifico alla lingua della documentazione tecnica.
Il manuale tecnico nasce per la necessità di fornire informazioni sul prodotto, al fine di poterlo utilizzare in sicurezza.
Tutti i dettagli riportati al suo interno, e più in generale all’interno della documentazione tecnica, mirano proprio a questo obiettivo: tutelare la sicurezza dell’operatore durante l’uso del macchinario, informandolo sui componenti, sul funzionamento, sulla manutenzione.
Va da sé che l’operatore o l’incaricato della manutenzione deve essere messo nelle condizioni di poter capire ciò che legge, e di conseguenza è fondamentale che il manuale tecnico sia redatto in una lingua comprensibile per chi usa la macchina.
Questo principio è approfondito nel requisito 1.7.4 della Direttiva Macchine, che citiamo testualmente:
Riassumendo, il libretto di istruzioni deve essere redatto in una delle lingue comunitarie, ossia appartenenti all’Unione Europea; se un macchinario è quindi prodotto in Francia, è possibile redigere le istruzioni solo in francese, o scegliere una lingua diversa qualora il macchinario sia destinato ad un mercato diverso da quello parlante francese.
Può capitare, ad esempio, che esista un contratto di fornitura del macchinario tra un cliente che ne ha chiesto la produzione esclusiva ad un fabbricante residente in un altro paese.
In questo caso, all’interno del Capitolato Tecnico di acquisto e fornitura del prodotto, può essere specificata direttamente la lingua in cui il manuale tecnico dev’essere scritto, anche se diversa dalla lingua del produttore stesso.
Quando invece un macchinario è destinato all’esportazione, il fabbricante deve assicurarsi che, accanto alle istruzioni originali da lui fornite, siano date anche delle traduzioni tecniche fedeli a quanto riportato nel manuale tecnico.
Non basta consegnare la traduzione delle istruzioni; è obbligatorio fornire sia la traduzione che le istruzioni originali, così che, in caso di ambiguità o poca chiarezza nella traduzione fornita, ci sia sempre la possibilità di consultare la copia in lingua originale del manuale tecnico.
Per una specifica tipologia di macchinari è possibile distribuire il manuale in una sola lingua, a patto che questa sia universalmente riconosciuta da tutti i suoi utilizzatori. Chi si occupa di aeronautica, ad esempio, utilizza come lingua primaria l’inglese; chi lavora nel settore non avrà quindi difficoltà di comprensione nel leggere manuali d’uso solo in lingua inglese.
Gli ultimi due punti del requisito 1.7.4 si concentrano ancor di più sull’uso sicuro del macchinario, e in particolare:
Quest’ultima indicazione è particolarmente importante. Spesso i redattori tecnici, abituati a scrivere per un pubblico che ben conosce i macchinari, sorvolano su spiegazioni dettagliate e specifiche che il personale tecnico può dare per scontate.
Se il libretto di istruzioni ha come target un pubblico meno preparato e competente in materia, è necessario soffermarsi di più per chiarire alcuni aspetti.
La presenza del traduttore tecnico è indispensabile per quelle aziende che vogliono esportare all’estero il proprio macchinario, e devono, per obbligo di legge, fornire istruzioni comprensibili nella lingua del paese in cui la macchina viene esportata.
È importante specificare che il traduttore tecnico lavora in modo da offrire una traduzione quanto più fedele e attinente all’originale, pur affrontando il problema dei gap linguistici e delle differenti impostazioni esistenti tra una lingua e l’altra.
Allegare le istruzioni originali alle traduzioni tecniche non è quindi un atteggiamento di sfiducia verso il ruolo del traduttore; è anzi un supporto in più che viene dato all’utilizzatore straniero per avere un quadro chiaro e completo sul prodotto che si appresta a utilizzare.
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