La traduzione asseverata, anche detta giurata, nel corso degli ultimi anni, ha assunto un ruolo sempre più importante. Prima, in effetti, era molto raro sentirne parlare. Recentemente, con l’esplosione del commercio internazionale e a causa dell’incremento dei flussi migratori, c’è stato un aumento vertiginoso nella richiesta di questo tipo di servizio.
La traduzione asseverata è la traduzione ufficiale di un documento legale o di un qualsiasi documento che deve essere accettato in una situazione legale. Sono, quindi, traduzioni che conservano lo stesso valore legale dell’originale.
L’asseverazione non fa altro che convalidare la perfetta conformità tra testo originale e quello tradotto, così che quest’ultimo abbia la medesima validità legale dell’originale.
Le asseverazioni sono obbligatoriamente necessarie quando una traduzione deve essere utilizzata per scopi amministrativi, governativi o giudiziari.
Vengono generalmente asseverati documenti come:
Non ci sono regole fisse per le traduzioni asseverate, in quanto le procedure e il protocollo variano in base dal paese in cui la traduzione viene asseverata.
A prescindere dalle modalità con cui una traduzione viene asseverata, questa avrà sempre e comunque una validità mondiale.
In Italia, una traduzione può essere asseverata attraverso 3 diversi tipi di modalità, ognuna delle quali coinvolge professionalità e situazioni diverse:
Il processo è relativamente semplice.
Il traduttore, autore della traduzione, va personalmente in uno dei tre uffici preposti e, una volta lì, giura di aver tradotto fedelmente il documento assegnatogli. Dopo di che, sia il traduttore che l’Autorità firmano congiuntamente un verbale che attesta l’avvenuto giuramento. Tale verbale viene infine allegato al testo tradotto e al testo originale.
Il fascicolo cartaceo finale è quindi composto da:
La sottoscrizione del verbale implica l’assunzione della responsabilità sulla traduzione, sia civile che penale, da parte dello stesso traduttore.
La presenza dell’intestatario del documento non è necessaria.
Questa è la procedura Italiana, mentre in paesi come ad esempio il Regno Unito o gli Stati Uniti l’iter è molto diverso.
La traduzione legalizzata, è praticamente uno step successivo ed ulteriormente validante dell’asseverazione.
Consiste nell’attestazione legale dell’Autorità che ha apposto la propria firma su un documento tradotto, nonché dell’autenticità della firma stessa. È, cioè, un’ulteriore convalida della firma che serve a certificare la provenienza degli atti e la qualifica di chi li ha firmati.
In Italia, tale servizio spetta alla Prefettura o alla Procura della Repubblica, a seconda del tipo di documenti.
Per quanto i documenti destinati agli stati aderenti alla Convenzione dell’Aja del 5 ottobre 1961, la legalizzazione viene semplificata con la formalità dell’Apostille.
Questa procedura prevede l’impiego di un timbro speciale, utilizzato per attestare l’autenticità del documento e la qualità legale dell’Autorità che ha firmato il verbale al momento dell’asseverazione.
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